L'Almanacco di Ippogrifo 3

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In un tempo non troppo lontano, cioè il 7 giugno 1982, sulle pagine del quotidiano romano “Il Globo”, un intellettuale stravagante e geniale come Piero Camporesi, che pur rivestendo una cattedra in una italica università era dedito a studi e ricerche del tutto fuori dalla norma, tant’è che amava definirsi (come il Nolano) un «academico di nulla academia»....

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In un tempo non troppo lontano, cioè il 7 giugno 1982, sulle pagine del quotidiano romano “Il Globo”, un intellettuale stravagante e geniale come Piero Camporesi, che pur rivestendo una cattedra in una italica università era dedito a studi e ricerche del tutto fuori dalla norma, tant’è che amava definirsi (come il Nolano) un «academico di nulla academia», segnalava con rammarico e forse persino con una punta di inquietudine la crisi del “vecchio lunario”: l'indizio di una mutazione profonda di un costume sociale e culturale nel tramonto editoriale degli Almanacchi, dei lunari, delle effemeridi, «di tutte quelle pubblicazioni calendariali che a fine anno spuntavano un po’ dovunque, vendute in special modo agli angoli delle strade, nei mercati, nelle fiere da misteriosi venditori d’almanacchi, generalmente vecchi dagli abiti un po’ logori [...], stravaganti apparizioni umane sbucate dai polverosi ripostigli del tempo che fu». Ad essere onesti, non sappiamo se l’associazione culturale “Ippogrifo. Vivere la scrittura”, che oggi compie sette anni e che ha maturato un percorso di iniziative, laboratori, esperienze piuttosto significativo, avesse in mente un manifesto programmatico molto preciso, richiamandosi a quel monito allarmato di un maestro come Camporesi, quando decise di fondare una rivista annuale che raccogliesse i propri artigianati di scrittura, che fosse il frutto di prove e esercizi di narrativa e poesia e che, nella sua uscita calendariale, proprio come quelle pubblicazioni «agli angoli delle strade, nei mercati, nelle fiere» si conferisse il nome di Almanacco. Il fatto è che ci troviamo qui, dopo sette anni di ricerca narrativa, saggistica e poetica: ci troviamo ancora qui a proporre e condividere, con un indefesso entusiasmo, la nostra rivista, che in questo numero monografico (dopo l’esperienza del centenario dantesco) s’ispira ad altri due leggendari centenari del 1922, l’uscita dell’Ulisse di Joyce e della morte di Proust. Da qui l’idea, messa in pratica da uno staff di cinque eccellenti redattori, di suddividere la rivista, in tre sezioni tematiche, che richiamano, simbolicamente, i tempi strutturali dei capolavori dei due scrittori. Un po’ come quegli antichi lunari che scandivano le diverse fasi della giornata e dell’anno, che accompagnavano il lettore nella sua vita domestica, e che erano utili a ricordare curiosità e in qualche misura illudevano di prevedere i segreti del futuro anno, anche noi, più modestamente, abbiamo cercato di intrattenere il lettore nei diversi momenti della sua giornata, magari strappando un sorriso o la nuvola di una riflessione. Per la qual cosa – direbbe un autore ben più autorevole di noi – «se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta».

Scheda tecnica

  • Titolo - L'Almanacco di Ippogrifo 3
  • Autori - M. Castellari, D. Galassi, A. Ricci, A. Scisciot, D. Zanoni
  • Data di pubblicazione - 03/2023
  • Numero di pagine - 66
  • Copertina - Brossura a punto metallico
  • Formato - 170 x 240 mm
  • Lingua - IT
  • Tipo di stampa - BOOK
  • ISBN-13 - 9788875867133

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In un tempo non troppo lontano, cioè il 7 giugno 1982, sulle pagine del quotidiano romano “Il Globo”, un intellettuale stravagante e geniale come Piero Camporesi, che pur rivestendo una cattedra in una italica università era dedito a studi e ricerche del tutto fuori dalla norma, tant’è che amava definirsi (come il Nolano) un «academico di nulla academia»....

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