Registri, schedari, telegrammi, comunicazioni: i nomi dei “caduti” imolesi della Grande Guerra, dei prigionieri e dei feriti, si trovano tutti nei fondi archivistici del Museo del Risorgimento presso la Biblioteca Comunale di Imola. E con i nomi, i luoghi da cui provenivano: frazioni e poderi della campagna, sobborghi, vie cittadine; e i luoghi dove morirono, alcuni noti ed epici di battaglie e trincee, altri impronunciabili e oscuri di terre straniere dove furono internati. Tutti hanno lasciato una o più tracce, anche quelli che sulle lastre bronzee del monumento eretto in piazza grande nel 1928 non vennero segnati. Di quanti ebbero il riconoscimento pubblico di “caduti” – morti sul campo e per ferite, uccisi dalle malattie negli ospedali, oppure sfiniti dagli stenti della prigionia – si conservano anche le foto raccolte in grandi album. Nel Novantesimo della fine della prima guerra mondiale il libro, pubblicato per iniziativa di DOMUS RENOVATA Società Cooperativa di Imola, li vuole ricordare, rievocando al tempo stesso con rapidi tocchi il clima della città a cui non fecero ritorno: una città attraversata da ansia e dolore, che tuttavia voleva vivere nella speranza di giorni migliori, nella speranza della pace.