Il volume vuole essere un contributo allo sviluppo della conoscenza dell’Egitto greco-romano-copto, indagando aspetti trascurati della cultura letteraria di questo specialissimo Paese, nel periodo compreso tra il IV e il VII secolo d.C. L’Egitto tardo-antico è una realtà linguistica a tre dimensioni: mentre il greco, accanto ai testi biblici e patristici, continuava a trasmettere passi scelti dell’opera omerica e della poesia dei tragici, non cessava neppure di essere prodotta la letteratura latina, perpetuando la lettura delle opere di Cicerone, Sallustio e Virgilio, cui va aggiunta una ridotta ma preziosa selezione di testi cristiani. Contemporaneamente, infine, il copto si affrancava da pura lingua di traduzione, divenendo strumento creativo di letteratura originale. È a tale eterogeneità letteraria e, soprattutto, alla presenza esigua ma importante della produzione letteraria in lingua latina, solitamente trascurata da chi si occupa di studi tardo-antichi e copti, che questo studio è essenzialmente dedicato.