Si tratta del primo censimento dei beni terrieri posseduti dagli enti religiosi nel territorio imolese (ordini, ospedale, enti assistenziali, chiese, benefici, canonicati, giuspatronati e altro) prima che le eversive disposizioni napoleoniche in gran parte li disperdessero. Si evince da questo l’importanza per gli studi storici del territorio di questa fonte, di per sé di difficile consultazione, sia per la grafia sia per l’assenza di indici modernamente concepiti. Il lavoro della Vivoli, oltre alla trascrizione puntuale che bypassa le difficoltà di lettura, offre uno strumento prezioso, che è quello degli indici (per proprietari, per toponimi, per idronimi) che consentono una fruizione immediata. Emerge inoltre, dall’indice, uno stupefacente quadro della distribuzione della ricchezza tra gli enti ecclesiastici, che induce a una inedita riflessione storica.